KNAUF: UN APPROCCIO CERTIFICATO PER LA PROTEZIONE AL FUOCO

Mai come per la PROTEZIONE PASSIVA DAL FUOCO è necessario approcciare le soluzioni tecniche parlando di sistema. Per un'efficace protezione non è utile agire sul singolo componente, ma è necessario che tutta la soluzione garantisca efficacia e continuità della compartimentazione.
I sistemi a secco Knauf per l'antincendio, costituiti da una gamma di lastre, componenti testati e certificati, garantiscono leggerezza, velocità di posa e pulizia per un utilizzo ideale in tutte le situazioni.

Quadro normativo attuale

La richiesta prestazionale di resistenza al fuoco si esprime attraverso le classi di resistenza al fuoco, che specificano per quanti minuti devono risultare garantite determinate prestazioni in caso di incendio. La classe di resistenza al fuoco di un elemento costruttivo può essere determinata secondo criteri e metodi che tengano conto della severità dell’incendio (approccio prestazionale) o imposta a priori da regole tecniche di prevenzione incendi (approccio prescrittivo). Nel caso delle “attività normate”, la regola tecnica di prevenzione incendi impone a priori una classe minima di resistenza al fuoco: ad esempio R/REI/EI 60 per edifici scolastici, R/REI/EI 90 per edilizia ospedaliera, etc… In assenza di una richiesta prestazionale specifica per destinazione d’uso, il DM 9 marzo 2007 fornisce le regole per la determinazione della classe di resistenza al fuoco del compartimento in funzione del livello prestazionale e del carico di incendio specifico di progetto. La verifica di resistenza al fuoco può essere condotta o per via sperimentale, o con procedimenti analitici o anche attraverso il confronto con tabelle indicate dal Ministero dell’Interno. Metodo sperimentale Per quanto riguarda la valutazione sperimentale della resistenza al fuoco di un prodotto o di un elemento strutturale, il DM 16 febbraio 2007 - Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione stabilisce che i requisiti prestazionali sono da determinarsi conformemente alle procedure di prova armonizzate riportate nelle specifiche norme EN.

Le modalità di prova sono distinte in funzione del tipo di prodotto o elemento costruttivo che si sottopone a prova. Possono effettuare prove di resistenza al fuoco laboratori di prova italiani autorizzati ai sensi del D.M. 26/03/1985 ovvero i laboratori di resistenza al fuoco di uno degli altri Stati della Unione Europea - o di uno degli Stati contraenti l’accordo SEE e la Turchia - cui viene riconosciuta dal Ministero dell’Interno l’indipendenza e la competenza dei laboratori di prova prevista dalla norma EN ISO/CEI 17025 o da equivalenti garanzie riconosciute in uno degli Stati stessi. Il laboratorio che effettua la prova rilascia due tipi di documenti:

 

  • Rapporto di prova: documento che descrive il campione testato con schemi grafici riferimenti normativi, modalità di prova tra cui la descrizione del forno di prova, l’esposizione al fuoco, il carico applicato al campione testato, i punti di misura delle inflessioni e temperature, la misura delle pressioni, ed il risultato della prova completo di diagrammi dell’andamento delle temperature e delle inflessioni nel tempo e delle foto del campione prima e dopo la prova; il produttore ne è proprietario e non è tenuto a renderlo disponibile per la consultazione.
  • Rapporto di Classificazione: documento con cui il laboratorio, sulla base del rapporto di prova, attesta la classe di resistenza al fuoco dell’elemento costruttivo testato. All’interno del Rapporto di Classificazione è sempre riportato il paragrafo “Campo di Applicazione Diretta” ove sono elencate tutte le possibili varianti rispetto al campione testato che non richiedono valutazione alcuna da parte del professionista antincendio. Questo è il solo documento che il produttore deve fornire al professionista. Quindi nessuna giustificazione e/o ulteriore valutazione è richiesta al professionista antincendio per quelle varianti rispetto al campione testato autorizzate all’interno del Campo di Applicazione Diretta del Risultato di Prova.

Le varianti non comprese all’interno del Campo di Applicazione Diretta del risultato di prova devono, secondo la nuova procedura sperimentale, essere valutate dal professionista che è tenuto a dimostrare il mantenimento delle prestazioni di resistenza al fuoco. Si parla in questo caso di Campo di Applicazione Estesa del risultato di prova (DM 16/02/2007, All. B, B.8); il produttore può predisporre un Fascicolo Tecnico e renderlo disponibile al professionista per la sua certificazione.

 

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